Articolo pubblicato sul quotidiano Latina Oggi del 21 gennaio (di Andrea Zuccaro).
Il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia commissaria il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Dop della Campania e a Pontinia, e in generale in tutta la provincia di Latina, gli operatori del settore, dai produttori ai sindacati, sono tutti contenti. «Era ora che qualcuno intervenisse» è stata la prima reazione di chi con le bufale ci sta a contatto tutti i giorni. Gli allevatori della nostra zona si trovano all'interno del Consorzio e ogni mozzarella che viene prodotta qui, se vuole il Dop deve essere firmata con il nome di quel Consorzio, che si è scoperto annacquava il latte con l'acqua. «A noi i controlli spaccano
il capello, invece all'interno dei caseifici si fa quello che si vuole e a rimetterci siamo noi quando scoppia qualche scandalo », spiegano gli allevatori, ancora scottati dallo scandalo diossina e ora vedono nuovamente il frutto del loro lavoro rovinato da qualche industriale
del settore senza scrupoli. E la richiesta è quella di uscire una volta per tutte dal Consorzio campano. Di tagliare questo cordone ombelicale che lega il destino dei produttori di Pontinia e delle altre province
a quello dei produttori casertani. Anche se del progetto Colossella la politica ha smesso di parlare, proprio ora che ci sono le elezioni regionali. «La Provincia di Latina si è sempre distinta per la qualità dei prodotti commercializzati – spiega il Cra con Danilo Calvani - ma le continue contraffazioni e i problemi sanitari più volte emersi in altre zone facenti parte del Consorzio hanno creato un continuo danno all’immagine del Marchio Dop tanto che alcuni produttori hanno iniziato a non apporlo più sui propri prodotti. Riteniamo sia il caso di valutare l’uscita dei produttori del territorio pontino da tale consorzio ». Ma per andare dove? Secondo Nino Andriollo è ora di concretizzare l'iter per il marchio «Colossella». « Gli incontri con gli allevatori continuano – spiega Andriollo presidente dell'Aia –. E' l'unica soluzione per evitare altri danni alla nostra immagine ma bisogna che caseifici e allevatori si consorziano». Più critico sul marchio, oltre che al Cra, anche Maurizio Ramati, allevatore. «Ma la Valentini dov'è? – si chiede Ramati – E poi perchè i caseifici vengono controllati con il contagocce mentre noi produttori siamo super controllati? Non si possono continuare ad ingannare i consumatori e far pagare le conseguenze a noi». Anche per Paolo Torelli, allevatore di bufale la notizia era attesa. «Mi sembrava impossibile vedere vendere mozzarella di bufala a 8-9 euro al chilo – spiega il consigliere comunale - Il caseificio non ci starebbe dentro con i costi. La mozzarella di bufala deve costare 11 euro».
Il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia commissaria il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Dop della Campania e a Pontinia, e in generale in tutta la provincia di Latina, gli operatori del settore, dai produttori ai sindacati, sono tutti contenti. «Era ora che qualcuno intervenisse» è stata la prima reazione di chi con le bufale ci sta a contatto tutti i giorni. Gli allevatori della nostra zona si trovano all'interno del Consorzio e ogni mozzarella che viene prodotta qui, se vuole il Dop deve essere firmata con il nome di quel Consorzio, che si è scoperto annacquava il latte con l'acqua. «A noi i controlli spaccano
il capello, invece all'interno dei caseifici si fa quello che si vuole e a rimetterci siamo noi quando scoppia qualche scandalo », spiegano gli allevatori, ancora scottati dallo scandalo diossina e ora vedono nuovamente il frutto del loro lavoro rovinato da qualche industriale
del settore senza scrupoli. E la richiesta è quella di uscire una volta per tutte dal Consorzio campano. Di tagliare questo cordone ombelicale che lega il destino dei produttori di Pontinia e delle altre province
a quello dei produttori casertani. Anche se del progetto Colossella la politica ha smesso di parlare, proprio ora che ci sono le elezioni regionali. «La Provincia di Latina si è sempre distinta per la qualità dei prodotti commercializzati – spiega il Cra con Danilo Calvani - ma le continue contraffazioni e i problemi sanitari più volte emersi in altre zone facenti parte del Consorzio hanno creato un continuo danno all’immagine del Marchio Dop tanto che alcuni produttori hanno iniziato a non apporlo più sui propri prodotti. Riteniamo sia il caso di valutare l’uscita dei produttori del territorio pontino da tale consorzio ». Ma per andare dove? Secondo Nino Andriollo è ora di concretizzare l'iter per il marchio «Colossella». « Gli incontri con gli allevatori continuano – spiega Andriollo presidente dell'Aia –. E' l'unica soluzione per evitare altri danni alla nostra immagine ma bisogna che caseifici e allevatori si consorziano». Più critico sul marchio, oltre che al Cra, anche Maurizio Ramati, allevatore. «Ma la Valentini dov'è? – si chiede Ramati – E poi perchè i caseifici vengono controllati con il contagocce mentre noi produttori siamo super controllati? Non si possono continuare ad ingannare i consumatori e far pagare le conseguenze a noi». Anche per Paolo Torelli, allevatore di bufale la notizia era attesa. «Mi sembrava impossibile vedere vendere mozzarella di bufala a 8-9 euro al chilo – spiega il consigliere comunale - Il caseificio non ci starebbe dentro con i costi. La mozzarella di bufala deve costare 11 euro».
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