giovedì 10 luglio 2008

IL PROCEDIMENTO PER LA TURBOGAS CONTINUA!! LOTTIAMO PER LA NOSTRA TERRA SEDE DI ECCELLENZE AGROALIMENTARI E PRODOTTI TIPICI


Il progetto di realizzazione della centrale turbogas di Mazzocchio arriva al termine dell’iter autorizzativo. Il prossimo 17 luglio il ministero dell’Ambiente ospiterà la riunione conclusiva della commissione Aia-Ippc per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, il documento che accerta la compatibilità dell’opera con il territorio. Un passaggio chiave per l’ok alla centrale, accompagnato in questi giorni dall’arrivo alle amministrazioni comunali di Pontinia e Sezze delle richieste di esproprio dei terreni che serviranno alla realizzazione delle opere accessorie, ossia il collegamento del metanodotto e della linea elettrica dalla zona di Mazzocchio a Ponte Ferraioli.
Quest’impianto è incompatibile con l’Agro Pontino e con le ricchezze agroalimentari e con i prodotti tipici di questo territorio. La nostra terra è già la culla del marchio IGT del kiwi di latina, del marchio DOP della mozzarella di bufala campana, del marchio IGT del vino moscato di Terracina. La nostra terra ospita importanti insediamenti di bestiame bufalino, tanto da classificarla una delle principali zone di produzione della famigerata mozzarella di bufala. Abbiamo eccellenze in via di riconoscimenti europei come il carciofo di Sezze e le olive di Sonnino. Abbiamo il Parco Nazionale del Circeo, il litorale, il promontorio del Circeo e i laghi costieri che fanno da cornice ad un paesaggio incantato. La politica locale deve “fare quadrato” e dobbiamo unirci tutti per difendere le nostra terra e respingere questi progetti: consiglieri comunali, sindaci e associazioni cittadine.
Altri spunti di riflessione comprovanti il NO alla turbogas scaturiscono da una semplice analisi tecnico-politica:
- occorre riflettere, prima di tutto, su una questione davvero imbarazzante: il progetto presentato dall’ACEA prevede l’installazione della centrale Turbogas nell’area industriale di Mazzocchio; le leggi di compensazione ambientale, che prevedono l’installazione di centrali elettriche alimentate da fonti rinnovabili (sole, vento, vapore naturale, maree…), nel progetto, sarebbero applicate in Campania e Calabria; lo sfruttamento dell’energia elettrica prodotta andrebbe a beneficio del nord Italia (la Lombardia presenta un deficit di 25.518 GigaWatt) lasciando a Pontinia solo lo 0,76% della produzione. Già da questi dati emerge che saremmo penalizzati sotto ogni punto di vista senza trovare alcuna forma di ristoro.
- Occorre poi riflettere sull’importanza dell’acqua definita «l’oro trasparente»: questa centrale consumerebbe milioni di litri d’acqua (un vero e proprio spreco se pensiamo che questo bene per molte popolazioni è inaccessibile) ed altri litri, utilizzati per il raffreddamento dei motori, sarebbero riversati nel fiume Ufente andando a stravolgere l’ecosistema creatosi a determinate temperature medie e a condizioni climatiche stabili.
- Un aspetto a dir poco inquietante è quello rappresentato dall’affermazione esplicita nel progetto ACEA che non è stato redatto un piano di dismissione della struttura se dovesse divenire inoperosa: praticamente se consideriamo che il gas metano potrebbe esaurirsi tra circa 30 anni, o che la Russia potrebbe chiudere i rubinetti della fornitura del gas, la centrale turbogas chiuderebbe e la proprietaria non avrebbe nessun onere di dismettere la struttura e potremmo avere quindi una “seconda Miralanza”.

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