lunedì 30 marzo 2009

ECCO IL MIO RACCONTO DI TRE GIORNI DI GRANDI EMOZIONI AL 1° CONGRESSO DEL POPOLO DELLA LIBERTA'

Sono stati tre giorni fantastici, ricchi di emozioni e di ricordi tutti proiettati verso il presente ma soprattutto il futuro. E tutto non poteva iniziare se non con un discorso-fiume del Presidente Berlusconi che ha ripercorso tutti gli avvenimenti di questi 15 anni di FI e AN, dalla loro fondazione alla creazione del primo Governo nel 1994 e al Governo più longevo della Repubblica del 2001/2006. Sono state ricordate le elezioni comunali di Roma e Napoli quando il MSI con Fini e la Mussolini raggiunsero un risultato quantitativamente storico e per poco sfiorarono il successo; Berlusconi in quell'occasione disse che se fosse stato romano avrebbe votato per Fini e i due grandi fiumi, FI e AN iniziarono a scorrere nello stesso letto, seppur essendo ancora solo alleati mantenendo i loro simboli e le loro strutture partitiche separate. Sabato è stato il giorno dei ministri, dei dirigenti, dei sindaci di spicco. Alle ore 11,00 è intervenuta il ministro Giorgia Meloni che ha sottolineato quanto sia meraviglioso essere italiani e quanto sia importante valorizzare il concetto di merito e di gioventù al fine di creare la classe dirigente partitica ed italiana del domani. Poco dopo è stato il momento del grande ministro Brunetta, colui che combatte a favore di una pubblica amministrazione sempre più giusta, vicina al cittadino ed efficiente e contro i fannulloni e la vecchia concezione di Stato ingessato e burocraticizzato all'eccesso. Alle 12,30 in alto i cuori e le bandiere per Gianfranco Fini: leader lungimirante e capace di saper anticipare il futuro e di prendere decisioni apparentemente inaccettabili ma che poi si tramutano prontamente in sagge. Nel suo discorso ha tracciato la via e sicuramente sarà la giusta via, anche se a volte occorrerà passare in mezzo alla nebbia e al buio. Ma il messaggio più forte è stato quello di voler modificare la Costituzione della Repubblica, che nel 1946 doveva essere così, mentre oggi deve saper contenere ed interpretare il nuovo mondo, la nuova economia, le nuove esigenze sociali. Sul fronte dell'economia, il cittadino deve ritornare al centro di un nuovo umanesimo; basta col dare importanza alla finanza piuttosto che al lavoro vero, quello che produce. I fatti hanno dimostrato che la finanza sta crollando e quindi rimbocchiamoci ora le maniche, ma poi siamo pronti a ripartire in favore del lavoro, del commercio e dell'economia reali e produttivi, non finanziari. Nel pomeriggio tutti gli altri ministri hanno dimostrato come questo Governo in soli 10 mesi abbia già fatto moltissimo: l'importanza della famiglia intesa nucleo fondamentale della società (in arrivo 60,000 alloggi popolari destinati alle giovani coppie con figli e l'introduzione fiscale del quoziente fiscale); tutela dei risparmi delle famiglie italiane (le più risparmiatrici d'Europa); piano casa (se riparte l'edilizia, riparte l'economia); più forze alle imprese (molti soldi disponibili cash presso le banche da parte del Governo); emergenza rifiuti in Campania (risolta già da subito in pochissimi giorni l'estate scorsa e da pochi giorni è attivo il termovalorizzatore di Acerra); è stata salvata l'Alitalia la nostra compagnia di bandiera (strategica per il nostro turismo); le grandi città possono contare su più sicurezza (sono stati introdotti i militari a pattugliare punti sensibili, così da rendere più disponibili agenti di polizia e carabinieri per le emergenze di ordine pubblico e sicurezza); stanno terminando tutti i censimenti dei campi nomadi (no discriminazione, ma si deve sapere chi sono, cosa fanno e come vivono); è in fase di conclusione la riforma della giustizia (perseguire il concetto costituzionale di "giusto processo" rendendolo, soprattutto il civile e il commerciale, veloce, efficace ed efficiente e per i condannati penali "certezza della pena"); una scuola più seria, che volga ad incentivare il meritoe l'educazione; un'università centro di cultura e formazione (e non di baronati familiari occupanti cattedre ed insegnamenti con laude ricompense economiche) che sia gestita in modo manageriale tagliando sprechi, sedi periferiche e corsi di studio con pochissimi iscritti; la pubblica amministrazione, da palla al piede, sta diventando sempre più digitalizzata ed efficiente con la lotta agli sprechi ed ai fannulloni e il premio ai più meritevoli e lavoratori; federalismo fiscale più vicino al nord ed al sud e più vicino ai cittadini che sapranno controllare di più le amministrazioni locali e regionali; lotta all'evasione fiscale (pochi giorno fa l'Agenzia delle Entrate ha certificato un plus di entrate fiscali in quest'ultimo anno); avvio alle grandi opere e riattivazione della "legge obiettivo" per le reti di comunicazione, i trasporti e la ristrutturazione di edifici pubblici e scolastici (un'Italia più moderna e nuovi posti di lavoro e nuova liquidità contro la crisi economica); più fonti rinnovabili ed energia nucleare (stipulato il patto con la Francia); grande presenza italiana nelle relazione europee ed internazionali (molte volte l'UE segue le nostre indicazioni e ad esempio siamo stati i promotori della risoluzione Russia-Georgia e della storica conlusione delle liti tra noi e la Libia risolvendo il contenzioso in favore delle nostre famiglie esuli e delle nostre industrie che andranno lì a produrre ricchezza). Ieri, ultimo giorno di congresso, è toccato ai 3 futuri coordinatori nazionali del Popolo della Libertà: Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini. Grande commozione quando il ministro della difesa La Russa ha mostrato il video sulle Forze Armate ringraziando tutti i ragazzi impegnati nelle missioni di pace nel mondo e nella sicurezza delle nostre città e della nostra Patria. Infine gran conclusione con Giorgia Meloni che, dopo aver aperto la votazione, conclusasi all'unanimità dei favorevoli, ha incoronato Silvio Berlusconi presidente del Popolo delle Libertà. Così c'è stata un'altro grande discorso ed un'altra grande ovazione generale e prolungata per un leader nato, indiscusso, immenso. Silvio Berlusconi candida l'intero PDL ad essere protagonista in Europa, nel Partito Popolare Europeo e nel Parlamento Europeo, e ha quindi lanciato la sfida a Franceschini per le votazioni europee: Berlusconi si candiderà, da vero leader, e chiede al leader del PD, se davvero lo è, di fare altrettanto e di vedere come andrà. I presenti hanno raggiunto a quel punto il picco massimo di entusiasmo: Silvio, Silvio, Silvio..... Tutti lo vogliono in campo e chi lo critica è perchè inizia ad aver paura sul serio! Questo Popolo si è finalmente riunito, i due fiumi si sono riuniti e le loro acque oramai sono completamente mescolate tra loro: non si sa distinguere più chi fosse un ex di AN o un ex di FI: ora siamo tutti artefici e cittadini del Popolo delle Libertà.

domenica 29 marzo 2009

1° CONGRESSO POPOLO DELLE LIBERTA' - GLI INTERVENTI INTEGRALI DEGLI INTERVENUTI E DEI LEADER FINI E BERLUSCONI

Cliccando su questo link si aprirà la pagina del sito internet nella quale sono contenuti tutti i video degli interventi. Chiaramente ci sono anche i due grandi interventi del Presidente Berlusconi e del Presidente della Camera Fini.
http://www.ilpopolodellaliberta.it/congresso-nazionale-27-28-29-marzo-2009/27-28-29-marzo-2009.htm

sabato 28 marzo 2009

1° CONGRESSO NAZIONALE DEL POPOLO DELLA LIBERTA': L'INTERVENTO DEL MINISTRO GIORGIA MELONI

Dal sito di Alleanza Nazionale - PDL è disponibile il discorso integrale del Ministro Giorgia Meloni. Dai giovani creare la classe dirigente del futuro!
http://www.alleanzanazionale.it/public/Partito/Documenti/090328InterventoMeloni.pdf

domenica 22 marzo 2009

SI E' CELEBRATO IL CONGRESSO NAZIONALE DI AN: NASCE IL PDL IL PARTITO DEGLI ITALIANI - PONTINIA PRESENTE

"Non è lontano il momento in cui anche in Italia si parlerà del nostro schieramento, come per Sarkozy in Francia, della destra italiana, non di centrodestra". Questo uno dei passaggi dell'intervento del reggente di An, Ignazio La Russa, al congresso di Alleanza nazionale, in corso presso la Nuova Fiera di Roma. "E' un congresso diverso, straordinario - ha precisato - ma non è un congresso di chiusura", in quanto con l'ingresso nel Pdl "nasce il partito degli italiani".An entra nel Popolo della Libertà "con tutta la sua storia, con i suoi uomini, le sue donne, i suoi valori. In una parola con la sua identità", ha aggiunto La Russa sottolineando come "in questo governo tutte le tesi della destra sono transitate come tesi del Pdl", dal reato di immigrazione clandestina alle ronde, che erano sì una vecchia bandiera leghista, "ma che noi abbiamo ottenuto fossero decise dai prefetti, d'intesa con il sindaco, con l'intervento del comitato provinciale per la sicurezza, fra gli ex appartenenti alle forze dell'ordine e alle Forze armate".Sul rapporto An-Forza Italia, il reggente del partito di via della Scrofa ha spiegato che "sono sempre stati due gemelli, magari due 'gemelli diversi', ma sempre due gemelli Non c'è stata una sola occasione in cui ci siamo divisi e abbiamo dato vita ad altre coalizione". La Russa ricorda il momento di nascita del Pdl "quando fu dato l'annuncio a Piazza San Babila ci furono delle tensioni. An non era destinata obbligatoriamente al partito unico e non esitammo a manifestare la nostra contrarietà. Poi però i nostri due grandi leader si sono incontrati per far nascere il partito: e non fu un giorno come gli altri. Il destino aveva voluto che la mamma di Gianfranco e la mamma di Silvio venissero a mancare praticamente nello stesso giorno. In quei momenti un uomo dà il meglio di se stesso, è capace di compiere il massimo atto d'amore. E Gianfranco, con un atto d'amore, si recò da Silvio e con un grande atto di amore diede vita al percorso del Pdl".

venerdì 20 marzo 2009

ANDREA TOMASELLO TRA LA MEGLIO GIOVENTU': PUBBLICATA LA SUA STORIA SUL SITO DEL MINISTERO DELLA GIOVENTU' WWW.GIOVENTU.IT

Quella che segue è una storia di meglio gioventù, ricostruita attraverso fonti giornalistiche e un'intervista con il protagonista (di Paolo Torelli).
E’ una mattina come tutte le altre, la solita mattina nei pressi di Kabul, Afghanistan. Sono le ore 9 e un sole tiepido riscalda i cieli della capitale afgana. Andrea Tomasello, caporalmaggiore degli alpini, del secondo reggimento di stanza a Cuneo, si sta recando assieme ad altri due colleghi militari a Qal-eh-Tanan, nel distretto ad alta tensione di Mussai, nel sud del Paese. In Italia sono le 6 e 20 quando il mezzo blindato sul quale viaggiano, un Puma, viene investito dall’esplosione di un ordigno telecomandato a distanza: tutto accade in un attimo. Lo spostamento d’aria investe le gambe del soldato italiano dilaniandogli il piede destro. Anche questa volta è stato uno Ied, un ordigno improvvisato come viene chiamato in gergo, a seminare il terrore. I talebani usano disseminare le vie di comunicazione percorse dai contingenti dell’Italfor proprio di questi ordigni artigianali e subdoli; un vero incubo per i militari impegnati in missioni di pace. Nella stessa zona già nel 2006 c’è stato un attentato analogo in cui hanno perso la vita altri due alpini dello stesso reggimento che fa parte della Brigata Alpina Taurinense. Ma questa volta fortunatamente per Andrea è andata meglio: «Non è in pericolo di vita» è stata la laconica rassicurazione del comando militare italiano d’istanza presso l’ospedale da campo francese nel quale è stato prontamente trasportato con un elicottero della Marina Militare.L’operazione dura due ore, ma i medici non hanno potuto salvare il piede del giovane caporalmaggiore, che è stato necessario amputare subito dopo averlo operato. Doveva essere una missione umanitaria come tante altre per Andrea che è di stanza a Kabul con il suo reggimento da gennaio. Ormai mancavano solamente pochi giorni al loro ritorno in Italia. E come capita nelle zone di guerra è proprio in questo momento che si scatenano gli attentati. Mancavano pochi giorni anche al suo compleanno che avrebbe festeggiato a casa, in Italia, a Pontinia (LT), con sua moglie e con la sua piccola, frutto del loro amore.Andrea è nell’esercito da nove anni e ha già partecipato a tre missioni all’estero: due in Kosovo e una in Bosnia, sempre con il secondo reggimento Alpini. Quella in Afghanistan era la quarta. «Aveva la passione per la divisa fin da quando era bambino; è un professionista» racconta suo padre, Salvatore. In Afghanistan sono presenti in tutto 2350 militari italiani. Dopo due giorni Andrea è riuscito a rientrare in Italia, all’ospedale militare di Roma, il Celio. Oggi subisce continue operazioni al piede per poter ritrovare il massimo grado di funzionalità dell’arto. Andrea non è abbattuto e non vuol essere un “baby pensionato”: vuol tornare a servire ancora la Patria, in divisa, compatibilmente con il suo stato fisico.

mercoledì 18 marzo 2009

CASO RISPONDONO SINDACO & CO. DOPO I TRAGICI EVENTI DI MODICA (RG) SUL RANDAGISMO? ACCOGLIERANNO FINALMENTE I MIEI APPELLI?


Decine di cittadini pontiniani segnalano ormai da anni un dilagante randagismo che si trasforma in episodi di panico sempre più frequenti. Una ragazza verso la fine del Dicembre 2007 mi contattattò personalmente per farmi vedere i danni arrecati dai cani alla propria vettura: aveva il faro destro e la freccia completamente staccati e strappati i fili dell’elettricità. Mesi fa lo stesso è accaduto invece ad un signore di Pontinia di essere azzannato fortunatamente al pantalone. I cani si riuniscono in branchi nel prato di via Marconi, o a Pontinia Nuova, o nel quartiere Primavera o alla zona PEEP e, a volte spinti dalla fame, inseguono automobili, ciclisti o pedoni. Gli abitanti del centro cittadino sono ormai esasperati. Nei quartieri ormai vivono tanti cani randagi, molti dei quali sono selvatici e spesso affamati. I genitori temono per i loro bambini; ma la paura assale anche chi, per motivi di lavoro, è costretto a uscire di casa la mattina presto o a rincasare tardi. Durante le ore notturne, infatti, le ronde dei randagi sono molto più frequenti. Addirittura sono stati molestati i fedeli che uscivano dalla S. Messa serale davanti la scalinata della chiesa S. Anna. Chiaramente un altro problema è quello della quiete pubblica in quanto la fame e la sete li porta evidentemente ad abbaiare giorno e notte incessantemente creando disturbi soprattutto nelle ore del sonno e collegato vi è il problema della sporcizia dei parchi e dei marciapiedi che gettano Pontinia nel degrado sanitario ed estetico: credo che un commerciante non sia contento di vedere davanti la propria entrata escrementi canini, come non lo è un cittadino che deve passeggiare guardando per terra.
Da amministratore ho sentito l’esigenza di tutelare in ogni forma il cittadino, anche da una eventuale commissione di un illecito penale: vorrei evitare, come è accaduto in altri comuni d’Italia, che i randagi vengano maltrattati o uccisi da parte di qualche cittadino esasperato. Occorre agire subito perchè si può incorrere in una condanna penale da 6 mesi fino a 1 anno e mezzo di reclusione secondo l’art. 544 bis c.p. D’altro canto è paradossale pensare però che un cane possa agire indisturbato per il Comune senza che nessuno faccia nulla!
L’immobilismo della Giunta Tombolillo sta esasperando i cittadini e sta piombando l’opinione pubblica nel sentimento di abbandono e di menefreghismo delle esigenze e delle richieste della collettività. Io vorrei scongiurare tutto ciò perché i cittadini troveranno in me sempre un interlocutore che li ascolti e che si faccia carico delle istanze che loro stessi richiedono.
Un altro problema legato al randagismo, che rende la vicenda ancor più odiosa, è quello economico: la spesa per il canile è già fin troppo alta ed ammonta a circa 120.000 euro l’anno. La giunta o cerca di rendere il servizio efficiente prendendo contatti con il canile che paghiamo profumatamente, o disdice il contratto così almeno riduciamo la spesa pubblica, tanto il problema sembra non tramontare. Noi dell’opposizione non abbiamo poteri esecutivi come invece godono gli assessori comunali; l’assessore alla sanità ogni mese prende il suo bello stipendio che si sono triplicati da 400 a 1200 € (sindaco da 1000 a 3000 euro): ma quando farà qualcosa per abbattere questo problema? Sono anni ormai che ho proposto l’interrogazione consiliare, abbiamo effettuato una raccolta firme con i ragazzi di Azione Giovani e ho sollevato il problema agli uffici sanitari. Cosa hanno fatto il Sindaco e l’assessore Battisti finora per arginare questo problema? Cosa risponde in merito alla spesa di 120.000 euro? Come intende arginare questo fenomeno? Abbiamo il diritto di sapere tutte queste risposte!
Non vorrei leggere i soliti articoli artefatti da parte del Sindaco e dell’Assessore Battisti che dico che è tutto ok: i cittadini possono tranquillamente constatare che gli stessi cani randagi segnalati due estati fa sono ancora vivi e scorazzano per il centro cittadino, in maggior modo nel prato di via Marconi.
Inoltre il problema non è da sottovalutare come hanno dimostrato i tragici eventi di Modica (Sicilia) di pochi giorni fa: una bambina uccisa dallo stesso branco inferocito che ha gravemente ferito una turista anziana tedesca.

lunedì 16 marzo 2009

ALL'ASSEMBLEA ANCI GIOVANI AMMINISTRATORI INTERVIENE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ON. GIORGIA MELONI


Taormina – “Adottare politiche di lungo periodo: deve essere questo uno tra gli obiettivi della giovane classe dirigente, solo così si potrà superare uno tra i limiti della politica del Paese”. Questo l’invito rivolto dal Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni ai giovani amministratori che si sono dati appuntamento a Taormina per la I^ Assemblea Programmatica Nazionale ANCI Giovane. “La politica – ha detto il Ministro – si è sempre concentrata su scelte che avrebbero portato ad un consenso immediato, senza disegnare politiche a lungo periodo attraverso le quali progettare il futuro delle generazioni successive. E mentre paghiamo il prezzo per errate politiche del passato – ha aggiunto il Ministro - da classe dirigente ci troviamo a dover gestire i Comuni e a dare risposte in un momento di crisi mondiale senza poter contare sui fondi necessari per amministrare, e senza neppure sapere quando questi fondi saranno nuovamente reperibili”. Il Ministro Meloni ha quindi tracciato un disegno delle Politiche giovanili. “Non sono politiche del tempo libero, ma politiche di investimento nei settori dell’innovazione, dello sviluppo, della crescita, della formazione”. E ha tracciato alcuni punti sul quali bisogna intervenire: “dobbiamo aiutare i giovani italiani ad essere protagonisti – ha detto - devono avere la possibilità di una formazione adeguata, dobbiamo favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro, dare certezze sulla casa, per consentire un rapporto stabile nella vita affettiva, dare la possibilità di una scelta consapevole in tema di procreazione e genitorialità”. Il Ministro è quindi intervenuta sul tema del ricambio generazionale. “Fondamentale – ha detto – è la qualità del ricambio. Quindi dobbiamo pretendere il diritto al ricambio ma senza privilegi”. E ha continuato con una provocazione “lo slogan largo ai giovani – ha detto - può essere sostituito dallo slogan largo al merito, nelle carriere universitarie, nei concorsi pubblici, e anche nella politica”. La sfida – ha chiarito - è di provare a favorire un rivoluzione del merito, questo significa abbattere e combattere una serie di rendite di posizione e di oligarchie, vuol dire costruire una società in cui tutti possano essere sulla stessa linea di partenza indipendentemente da rendite di posizione, dall’età, dal sesso, e lasciare che siano il merito, la disponibilità al sacrificio e il talento – ha concluso - a stabilire l’ordine di arrivo.

domenica 15 marzo 2009

IL 13 E 14 MARZO A TAORMINA SI E' SVOLTA LA PRIMA CONFERENZA PROGRAMMATICA A.N.C.I. GIOVANI AMMINISTRATORI LOCALI; HO AVUTO IL PIACERE DI PARTECIPARVI


Taormina – Il Comune non è soltanto l’istituzione più vicina ai cittadini, l’ente che eroga servizi e con il quale si instaura un rapporto diretto, ma è vissuto come il proprio ente, quello cui dare un contributo di impegno diretto e immediato. A pensarla così un campione di 1074 soggetti maggiorenni sotto i 35 anni, residenti sul territorio nazionale.
L’indagine, dal titolo Il futuro in mano a chi? Giovane Italia: una generazione sospesa tra incertezze e voglia di partecipazione è stata realizzata da Cittalia–Anci Ricerche e presentata da Pierciro Galeone, Segretario Generale Fondazione Cittalia, nell’ambito della I^ Assemblea Programmatica Nazionale ANCI Giovane in corso di svolgimento a Taormina.
Il 56% degli intervistati si dimostra interessato all’amministrazione comunale e pensa di volervi dedicare una parte del proprio tempo. Per l’86% dei giovani italiani è un dovere impegnarsi nel Comune, tuttavia il 55% trova complicato l’accesso alla vita politica locale. Serve dunque creare nuovi spazi di partecipazione e nuove forme di dialogo e interrelazione con i giovani. Ma quali sono i settori nei quali i giovani vorrebbero intervenire? Al primo posto troviamo l’esigenza di rafforzare la vita culturale dei propri territori (la cultura è vista come strumento di libertà ed evoluzione sociale, ma anche come motore della modernizzazione del Paese), a seguire chiedono un rafforzamento delle politiche per i giovani, il potenziamento dei servizi sociali, garanzie sulla qualità dell’ambiente e sulla gestione dei rifiuti, interventi sugli asili nido, scuola, formazione e sport, sulla sicurezza e ordine pubblico. In sintesi, i giovani chiedono al Comune di comprendere le esigenze della comunità locale su questi temi e di trovare soluzioni innovative ed efficaci. In sostanza gli amministratori dovrebbero ampliare aree verdi e creare luoghi di incontro e di svago, aumentare le strutture per sviluppare la propria creatività, incrementare gli impianti e le attrezzature sportive, potenziare cinema e teatri, incrementare l’organizzazione di mostre ed eventi culturali.
Dall’indagine realizzata da Cittalia-Anci Ricerche si rileva anche il livello di interesse per la politica: un quinto del campione si dichiara molto interessato e il 44% abbastanza interessato. I più coinvolti sono i maschi rispetto alle femmine, e l’interesse sembra affievolirsi con l’avanzare dell’età.
Ma in politica lo scenario dovrebbe cambiare. Dai dati sembra infatti che un ricambio generazionale della classe dirigente politico-amministrativa troverebbe il favore di una larga parte dei giovani italiani, si creerebbero le condizioni per una nuova fase di ammodernamento e di innovazione. Il 41% degli intervistati (di età compresa tra i 25 e i 29 anni) ritiene che i rappresentanti politici under 35 agiscono meglio rispetto ai più maturi, contro il 5% che preferisce i meno giovani.
Le ragioni per scegliere gli under 35? Sembrano garantire più dinamismo e un maggiore pragmatismo, un più costante ed efficace dialogo con la cittadinanza e una minore compromissione con il passato amministrativo che invece si vorrebbe archiviare. La ragioni della preferenza vanno ricercate nella maggiore apertura a idee moderne e innovative (32%), nella vicinanza al mondo giovanile (22%), nel dinamismo e nella voglia di fare (13%), nel minor grado di corruzione (8%), nell’estraneità alle logiche partitocratiche (7%) e nella migliore conoscenza delle problematiche sociali (5%). Per il 72% del campione i giovani amministratori sono gli interlocutori più facili da raggiungere.
Ed ora uno sguardo al profilo degli under 35: sono i soggetti che prestano più attenzione ai giovani, al mondo della scuola e dell’università, all’innovazione e alla creatività, al rinnovamento amministrativo, ma sono anche i più sensibili nei confronti dell’ambiente, del mondo del lavoro, del turismo, alla valorizzazione del territorio e alla partecipazione dei cittadini. Tra i settori dove dimostrano una maggiore competenza la promozione delle opere pubbliche, la capacità di fare rete tra le forze sociali presenti sul territorio, l’attenzione all’economia, la serietà e competenza amministrativa. Una nota critica nella sfera del sociale, e in particolare delle fasce più deboli: gli under 35 si dimostrano più attenti alle esigenze delle persone in difficoltà ma meno sensibili nei confronti della terza età.
Ma quanti sono numericamente i giovani amministratori in Italia? Sono 27.304 e rappresentano il 18,7% del totale degli amministratori comunali. Oltre il 70% di quelli under 35 svolge la propria attività politica nei piccoli Comuni, mentre, sul versante dei Comuni con più di 100mila abitanti, i giovani amministratori non arrivano neppure all’1%.