lunedì 29 settembre 2008

INTERROGAZIONE CONSILIARE IN MERITO ALLA CENTRALE TURBOGAS, ALLA RICHIESTA DI ABOLIZIONE VINCOLI PTPR ED ESTERNAZIONI ASSESSORI "PRO" TURBOGAS

Questi mesi, anzi quest’ultimi due anni, sono incentrati, aimé, nel dibattito politico e sociale che riguarda l’installazione di una centrale termoelettrica denominata “Turbogas”.
Questo Consiglio Comunale, convocato dall’opposizione secondo i modi previsti dallo Statuto, ha deliberato all’unanimità la netta contrarietà al progetto presentato dalla società ACEA-Electrabel, deliberandone in modo incontrovertibile la contrarietà del Comune di Pontinia.
Ma purtroppo un successivo Consiglio Comunale ha approvato, con i voti della sola maggioranza, le osservazioni di questo Ente al Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) approvando non solo delle osservazioni che noi non condividiamo circa il centro storico, ma anche la richiesta di abolizione dei vincoli nei territori della fascia nord del Comune. Approvare quella delibera, vuol dire chiedere di abolire la cosiddetta “zona rossa” non solo nei pressi dell’area della Cotarda, ma anche dove è situata la vasca di espansione e addirittura i laghetti dei Gricilli, guarda un pò proprio quella fascia geografica che sarà interessata dal passaggio del gasdotto e dell’elettrodotto aereo che uniranno la futura centrale turbogas alla centrale di smistamento di Sezze Scalo. Inoltre il tutto è stato approvato senza aver redatto in via preliminare uno studio geologico e tantomeno aver redatto una cartografia che descrivesse “su carta” gli effetti della vostra decisione.
Questa scelta l’avete giustificata, allora, affermando che è vostro intento far sviluppare a livello economico e strutturale la fascia nord del Comune e soprattutto la contrada Cotarda.
Credete veramente che la Cotarda si salvi costruendo le condizioni ideali per la realizzazione della centrale turbogas? È bastata una notizia di stampa circa la presunta diossina a Napoli e Caserta per mettere in ginocchio un intero settore agroalimentare, quello della mozzarella, e credete che la centrale Turbogas, che non sarà un semplice articolo ma una realtà ben visibile, eserciterà giovamenti sulla reputazione della zona Cotarda e zone limitrofi? Perché non avete prodotto uno studio circa le ricadute economiche e reputazionali della zona, con riguardo soprattutto al futuro valore dei terreni, degli insediamenti agricoli, artigianali ed industriali, nonché delle case abitative?
Il 26 settembre sono scaduti i termini per presentare le osservazioni circa il procedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e circa gli avvisi di esproprio dei terreni interessati dal passaggio dell’elettrodotto e gasdotto: ci risulta che questo Ente non ha prodotto nessuna osservazione ufficiale, né tantomeno ha depositato nessuna memoria contraria agli appositi Enti preposti, salvo il contrario, ma a questo punto non si può accettare la mancanza assoluta di trasparenza e disponibilità degli atti amministrativi.
Inoltre, giorni fa, due assessori con deleghe “di peso”, ovvero Farris e Subiaco, Vicesindaco ed assessore alle Finanze, hanno esternato la loro volontà di non voler opporsi al progetto della centrale Turbogas e di voler eliminare i vincoli paesaggistici ed urbanistici della zona nord del Comune. Mentre tutti noi lottiamo contro questa centrale, due membri della Giunta Municipale, organo sottoposto per legge alle volontà del Consiglio Comunale, lavorano per ottenere un risultato di segno opposto a quello deliberato all’unanimità dalla massima Assise cittadina. Questo è intollerabile ed inaccettabile!
Signor sindaco, Lei saprà meglio di noi che con le pubbliche riunioni e gli articoli di giornale si possono raggiungere solo obiettivi di informazione o obiettivi propagandistici. È con gli atti amministrativi che si compiono realmente le scelte di un Ente: ad oggi questo Comune ha deliberato, ed inviato alla Regione, la volontà di eliminare i vincoli, mentre non ha prodotto nessun atto ufficiale che contrasti l’Autorizzazione Ambientale né gli avvisi di esproprio, né tantomeno che ricordi all’Ente regionale la presenza di vincoli da loro stessi istituiti. Tutto ciò è ancor più grave ed intollerabile delle esternazioni degli assessori!
Inoltre, vorremmo sapere perché Lei non ha ancora emesso una “Certificazione di rischio territoriale”, come ha fatto il suo collega di Aprilia, per sottolineare l’alto rischio che si avrà dopo l’eventuale costruzione della centrale Turbogas con la presenza di un insediamento industriale di lavorazione di ossigeno già presente in loco: praticamente potremmo assistere alla realizzazione di un complesso simile ad una bomba ad orologeria e dovremo vivere col terrore che un giorno possa scoppiare.

Premesso tutto ciò, chiediamo che gli assessori smentiscano ufficialmente le loro esternazioni rispettando la volontà del Consiglio Comunale o altrimenti sia loro rimesso l’incarico di assessori comunali.Inoltre chiediamo che il Comune, con una delibera di segno opposto, annulli la precedente delibera che chiedeva l’abolizione dei vincoli al PTPR in merito alla “zona rossa” della fascia nord del Comune, affermando inoltre che ci serviremo, tra le tante motivazioni, anche di quei vincoli, certificati con studi geologici, per opporci alla realizzazione della centrale Turbogas.

lunedì 15 settembre 2008

LA "COMMISSIONE STATUTO" MI HA CONFERITO L'ONORE DI REDIGERE LA BOZZA DEL NUOVO STATUTO DI PONTINIA: VORREI FOSSE PARTECIPATO DA TUTTI, SCRIVETEMI!


Oggi, 15/09/2008, si è riunita la Commissione Statuto e Regolamenti con all’o.d.g. la discussione dello Stuto Comunale di Pontinia. Erano presenti tutti i commissari: Dott. Calisi (presidente), Avv. Donnarumma, Ing. Medici, Dott. Subiaco, Dott. Torelli.
In prima battuta è stato convenuto che lo Statuto andasse riformulato dall’inizio poiché la copia discussa lo scorso anno è divenuta desueta nel frattempo a causa dell’entrata in vigore di diverse norme di legge nazionali di modifica del Testo Unico degli Enti Locali (d.lgs. 267/2000).
Si sono analizzate le funzioni e la necessità che rappresenta uno Statuto: lo statuto stabilisce le norme fondamentali dell'organizzazione dell'ente e, in particolare, specifica le forme di garanzia e di partecipazione delle minoranze e le attribuzioni degli organi dei vari enti o aziende comunali, i modi di esercizio della rappresentanza legale dell’ente. Stabilisce, altresì, i criteri generali in materia di organizzazione dell’ente, le forme di collaborazione fra comuni, della partecipazione popolare, del decentramento, dell'accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi, lo stemma e il gonfalone. Possono stabilirsi norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra i cittadini, e per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune.
Quindi si è deciso anche di determinare uno snellimento della vecchia bozza dello scorso anno attraverso una riduzione degli articoli e dei commi, senza però affievolirne l’essenza.
La Commissione ha deciso all’unanimità che l’incaricato di redigere il Nuovo Statuto Comunale debba essere il Consigliere Comunale, Dott. Paolo Torelli, il quale si raffronterà col Presidente della Commissione per la prossima convocazione per la presentazione e discussione della bozza.
Non appena disponibile, dirameremo ai cittadini ed alla stampa la data della prossima riunione affinché tutti possano partecipare alla redazione della Carta Costituzionale del Comune. Nel frattempo chiunque volesse comunicare con il Cons. Paolo Torelli può scrivergli una e-mail all’indirizzo torelli-paolo@libero.it o scrivere sul suo sito internet www.paolotorelli.blogspot.com affinché lo Statuto sia una carta partecipata e non calata solamente dall’alto. È importante la partecipazione perché con lo Statuto si dettano i principi anche per l’ambiente, per i disabili, per la tutela dell’agricoltura e dell’allevamento, ecc…

mercoledì 3 settembre 2008

CRISI SETTORE BUFALINO PROVINCIALE: COMUNE E REGIONE ASSENTI MENTRE I CASEIFICI PORTANO ALLA CHIUSURA LE AZIENDE PRODUTTRICI DI LATTE


Il comparto zootecnico provinciale bufalino sta attraversando un momento di gravissima difficoltà, situazione tra l’altro emersa in tutta la sua gravità durante le numerose riunioni assembleari promosse dal sottoscritto e dai comuni di Pontinia e limitrofi.
L’intero sistema bufalino della provincia di Latina conta un giro di affari che coinvolge in totale circa 15.000 persone: sono infatti circa 850 le famiglie titolari di un’azienda agricola produttrici di latte bufalino; 20 le famiglie titolari di caseifici di medie dimensioni; 4000 i lavoratori dipendenti presso le aziende e 3000 i dipendenti di caseifici. Si devono poi considerare tutte le famiglie titolari, e i lavoratori dipendenti, delle ditte che orbitano in tale sistema come produttrici di mangimi, foraggi, mais, materie prime, gasolio, gas, prodotti farmaceutici, prodotti tecnici per sale mungiture, trattori…
I capi bufalini totali della zona pontina sono circa 40.000, mentre quelli dell’area ciociara sono circa 20.000.
La vendita e la commercializzazione di animali “da vita” (animali giovanissimi e giovani per la riproduzione e l’accoppiamento e la successiva produzione di latte) è completamente bloccata, arrecando degli aggravi economici a quelle aziende che impostavano in tal modo la strategia d’impresa.
Gli allevatori sono alle prese da un lato con un forte incremento dei costi produttivi (gasolio, concimi, mangimi, alimentazione, in particolare mais e fieno aumentati del 50%…) con un’incidenza media del 40%, dall’altro da un mercato del latte tendente, in modo ingiustificato, al ribasso del livello dei prezzi al produttore e al rialzo del prezzo al consumatore (addirittura arrivano in questi giorni gli avvisi di disdetta del contratto di acquisto del latte da parte dei caseifici in modo unilaterale con decorrenza 15-20 settembre 2008!).
Un capo bufalino “da latte” costa mediamente 4,50 € al giorno ed ha un’incidenza sul valore capitale dell’azienda di circa 4000 € l’anno (attrezzature per la mungitura, farmaci, alimentazione…). I proventi dalla vendita di bestiame sono in questo periodo pari a zero e quelli dalla vendita di latte sono ormai insufficienti per arrivare al pareggio di bilancio.
Nel miglior delle ipotesi, numerosi allevatori della nostra Provincia si sono visti recapitare al proprio domicilio, da parte dei gestori dei centri di lavorazione e commercializzazione e dalle industrie di trasformazione di riferimento del comparto, missive nelle quali si prospetta la volontà unilaterale e priva di qualsiasi confronto di ritirare il prodotto senza un prezzo definito oppure ad un livello di prezzo fortemente ribassato (almeno del 30%).
Il latte è un prodotto fortemente deperibile che va necessariamente allontanato dall’azienda zootecnica quotidianamente per cui gli allevatori sono messi nelle condizioni di dovere accettare “supinamente” queste condizioni.
Considerato che, perdurando tale situazione, è prevedibile che il comparto bufalino sia avviato alla completa dismissione essendo moltissime aziende zootecniche “appesantite” finanziariamente a causa degli investimenti effettuati negli ultimi anni per fronteggiare la normativa comunitaria e un mercato sempre più esigente in termini di qualità di prodotto e di processo.
Tale dismissione provocherebbe gravi ripercussioni sull’intera economia provinciale con drammatiche conseguenze anche sotto l’aspetto sociale.
Inoltre c’è sentore che il livello di crescente tensione nel settore possa sfociare in manifestazioni scomposte con implicazione di ordine pubblico.
La bufala è un animale che per leggi biologiche tende a partorire in autunno e quindi a produrre maggior latte nel periodo invernale (periodo però di minor consumo di mozzarelle) determinando un surplus di produzione di latte e facendo scaturire la scelta, da parte dei caseifici, di congelare il latte o la pasta lavorata eccedenti per poi utilizzarla in estate, assieme al latte fresco, quando i consumi sono notevolmente superiori (turismo ed enogastronomia estiva). Negli anni passati, questa prassi normale vedeva i caseifici utilizzare il latte e la pasta lavorata congelati precedentemente, nel mese di aprile e terminare queste scorte. Adesso invece nei congelatori è ancora presente questa pasta facendo presumere che tale latte non può essere solo proveniente da questa zona (descritta nel regolamento CEE istitutivo del DOP bufalino) ma anche dall’estero.
Si possono avere delle soluzioni di impatto immediato come degli aiuti economici o sgravi fiscali, e delle soluzioni a medio termine come l’istituzione di controlli nazionali e locali della reale quantità di latte congelato posseduta, o delle leggi istitutive del “prezzo minimo” del costo del latte aziendale o del costo del prodotto al bancone per il consumatore. Infatti se coloro che producono mozzarella di bufala con altro latte riescono a vendere le mozzarelle a 6,00 € al Kg, coloro che sono onesti devono per forza avvicinarsi a tale prezzo creando così una spirale vorticosa a ribasso facendo crollare la qualità e favorendo la ricerca di latte non bufalino per produrre prodotti denominati però “bufalini”. Si potrebbe altrimenti creare un meccanismo di “proporzionalità bloccata” tra il prezzo del latte aziendale e quello dei prodotti al bancone.
Queste scelte spettano soprattutto per legge alle Regioni: l’assessore all’agricoltura della Campania, Cozzolino, si sta occupando di tali problemi e sta provvedendo a trovare diverse soluzioni, anche di tipo economico. L’assessore regionale del Lazio, Valentini (stesso orientamento politico del collega campano, PD), invece sta letteralmente sottovalutando l’intero problema. Gli stessi Sindaci della zona dovrebbero “sollecitare” l’assessore Valentini ma purtroppo non vogliono adempiere ai loro compiti istituzionali di rappresentanza di tutte le realtà che compongono il loro territorio evidentemente, in particolar modo il Sindaco Tombolillo!!!La Regione si deve far carico di trovare una via economica o tecnico-sanitaria per far smaltire le eccedenze congelate e poter far ripartire l’economia dei caseifici in modo tale da far cessare questo ingiustificato ed antigiuridico ribasso del prezzo del latte alle aziende produttrici o addirittura la risoluzione unilaterale del contratto di fornitura.