domenica 15 aprile 2012

GLI AMMINISTRATORI CONDANNATI SALDANO IL DEBITO VERSANDO LA SOMMA AL COMUNE: BENE, ORA RIPARTA LA POLITICA , MA NON SI DEMONIZZI LA MAGISTRATURA!

In questi giorni mi pare di avvertire una strana aria per Pontinia, cioè quella che fa girare l’idea che chi chiede il rispetto delle regole, e a maggior ragione delle sentenze, sia il “cattivo”. Non ci sto minimamente a questa deriva.
In ogni società civile esistono delle leggi e dei regolamenti da rispettare, e in caso di trasgressione vi sono degli organi adibiti a controllare se tale violazione sia avvenuta e, in caso positivo, applicare una sanzione.
Nel caso di Pontinia, la Corte dei Conti centrale, ha condannato con la sentenza di appello, cioè di secondo grado, la n. 402/2011, il Sindaco e gli amministratori. In questa sentenza si leggono frasi davvero dure da parte dei giudici, e non certo da parte mia o di altri politici locali antagonisti a Tombolillo: “il danno erariale per il quale si è agito è la risultante di una gestione dissennata della società la quale, in dispregio di ogni regola di sana amministrazione, ha assunto spese di personale incompatibili con le proprie evidenze economiche ed ha piegato la propria organizzazione al perseguimento di fini estranei allo scopo sociale. La vicenda ha visto infatti un Comune che pagava al proprio prestatore di servizi non soltanto il corrispettivo previsto nei contratti di appalto, ma forniva altresì allo stesso ulteriori provviste finanziarie sotto forma di contributi a fondo perduto, anticipazioni e accollo di mutui per l’acquisto dei beni strumentali alla prestazione dei servizi stessi".
Parole del genere fanno rabbrividire, ma vorrei ricordare che non sono mie parole, ma le parole della Corte dei Conti centrale di Roma. E vorrei aggiungere che se fosse per me, abbatterei la piaga della disoccupazione, cercando un lavoro a tutti i cittadini di Pontinia. Ma purtroppo non sono miliardario e non possiedo una fabbrica o un’azienda privata mia; mentre tale obiettivo non si può perseguire con i soldi pubblici perché sono il frutto delle tasse di tutti i cittadini e quindi si devono utilizzare rispettando da un lato le leggi statali di finanza pubblica e dall’altro andrebbero spesi a 360° per tutte le esigenze della città, non solo quelle occupazionali (es. servizi sociali, decoro urbano, sport, sanità, lavori pubblici…).
Io non ho mai voluto fare politica attraverso i tribunali, e l’ho dimostrato anche in questa circostanza, sollevando la questione in Consiglio Comunale e non altrove. L’art. 63 co.6 del TUEL dichiara incompatibili con la carica di Sindaco e Consigliere Comunale “colui che, avendo un debito liquido ed esigibile verso il comune è stato legalmente messo in mora ed abbia ricevuto invano notificazione dell'avviso”. A questo punto ho ritenuto che si fosse verificata tale situazione ed ho promosso una discussione in Consiglio Comunale secondo il disposto dell’art. 69 TUEL che consente tale facoltà ai Consiglieri Comunali con contestuale votazione dell’eventuale decadenza.
Non concepisco i ricorsi alla magistratura e l’ho dimostrato nel mese di Gennaio quando il Sindaco in Consiglio (ed è ribadito nelle trasposizioni stenografiche che ho acquisito) ha offeso gravemente me e la mia famiglia, eppure non l’ho querelato.
Ho sempre lavorato alacremente per produrre scelte e progetti condivisi con la maggioranza per il bene comune e della collettività: il centro commerciale Miralanza, l’avvio di progetti urbanistici per rilanciare l’edilizia, l’arrivo di nuovi alloggi popolari, l’avvio della raccolta differenziata, l’approvazione di importanti progetti di lavori pubblici, l’attenzione verso giovani e sport. Tutti temi, e non solo questi, che mi hanno visto sempre protagonista, anche se qualcuno mi criticava accusando che avrei dovuto fare “più opposizione” votando no a priori; ma io odio questo approccio da tifoseria di stadio, mentre prediligo un’opposizione costruttiva.
Ma arrivare all’assurdo di criticare con aggettivi pesanti, che non voglio ripetere, dei giudici che condannano, in nome del popolo italiano e della legge, degli amministratori comunali, e dall’altro lato ritenere “martiri” i condannati proprio non ci sto! Soprattutto a livello educativo, è scorrettissimo attaccare ed offendere la magistratura; cosa insegniamo alle nuove generazioni? Che forse è giusto trasgredire la legge e infischiarsene delle sentenze?
Gli amministratori hanno pagato le somme ascritte in sentenza: benissimo, hanno rispettato il dispositivo di una Corte suprema della Repubblica Italiana. Va bene così, ne prendo atto; anche se sinceramente avrei preferito una soluzione politica, cioè le loro dimissioni volontarie.
Ora si ricominci da subito a parlare di politica e dei problemi della città e delle famiglie, che purtroppo sono moltissimi, a causa di questa crisi economica. A breve il Comune dovrà affrontare il problema dell’IMU e la determinazione delle aliquote comunali IRPEF in busta paga: a proposito di questi due punti io voglio che siano deliberati al minimo!
Inoltre nella prossima tassa dei rifiuti si dovrà applicare il rincaro dovuto alla scelta della Giunta di conferire la frazione umida dei rifiuti al nord Italia a ben 8 volte di più del passato (da 20 euro/tonnellata a ben 160 euro).
Io voglio ribadire il mio unico interesse per Pontinia e la cittadinanza; il mio lavoro è sempre rivolto verso nuovi progetti e per il rinnovamento delle idee e della classe dirigente. Chiaramente occorre la tutela della trasparenza e il controllo vigile di chi ha l’onore di amministrare e gestire soldi pubblici e da presidente della Commissione Trasparenza mi impegnerò al massimo. Inoltre voglio sottolineare la mia netta distanza da chi vive creando solo inganni giudiziari, sottraendosi al confronto politico.

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