domenica 2 settembre 2007

L'ITALIA BRUCIA: OCCORRE PIU' PREVENZIONE E REPRESSIONE


In questa estate sono andate a fuoco centinaia di ettari di vegetazione e con essa tutto il patrimonio faunistico e gli ecosistemi creatisi. È una vera piaga se si considera che il Verde, celebrato anche nel nostro Tricolore, è una caratteristica tipica dell’Italia e una fonte di purezza che contrasta il crescente inquinamento tipico di questi ultimi anni di eccessivo degrado.
Molti incendi sono di tipo doloso perché chi li appicca ha interesse a creare una distesa per il pascolo o una radura dove chiedere una variante al p.r.g. per la costituzione di villaggi turistici; lo testimoniano le perizie degli ingegneri dei VV.FF e le numerose taniche di benzina trovate a margine delle zone incendiate.
Ma purtroppo si apprende anche che in molti casi i focolai interessano zone di vegetazione abbandonate; la legge quadro in materia di incendi boschivi (legge 353/2000) dispone che i Comuni devono censire annualmente, tramite apposito catasto, i terreni percorsi dal fuoco, avvalendosi anche dei rilievi del C.F.d.S., in modo da applicare con esattezza i vincoli previsti, che vanno dal divieto di esercitare la caccia o la pastorizia, al divieto di modificare la destinazione d’uso dell’area per 15 anni, all’impossibilità di realizzare edifici.
Purtroppo diversi di questi incendi provocano anche devastazioni di piccoli centri abitati e a volte la morte di cittadini innocenti.
L’art. 423 bis c.p. stabilisce che “chiunque cagiona un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni”.
Per contrastare tale disastro culturale ed ambientale occorre che:
- sia svolto un lavoro di prevenzione e di educazione delle giovani generazioni affinché il verde sia apprezzato e rispettato;
- i Prefetti obblighino i sindaci inadempienti a realizzare i catasti e le mappature delle zone incendiate e di quelle potenzialmente incendiabili;
- che siano istituite dal Ministero dell’ambiente e da ogni Giunta Regionale delle taglie da conferire a chi collabori alla cattura dei piromani al fine di coadiuvare il prezioso lavoro delle forze dell’ordine e l’individuazione e la cattura di veri e propri delinquenti che molte volte sono membri di organizzazioni criminali;
- che siano applicate con fermezza le pene già previste dalle leggi penali italiane e che siano disposte obbligatoriamente le misure cautelari perché è impensabile che i piromani siano immediatamente scarcerati e stiano a piede libero in attesa di processo.

Nessun commento: