mercoledì 15 ottobre 2008

RIUNIONE A CERIARA DI SEZZE: CRESCE L'INFORMAZIONE E SALE IL CORO DEI NO ALLA TURBOGAS


Martedì sera presso il bar Panici in località Ceriara di Sezze, si è tenuta una riunione con i cittadini investiti dagli avvisi di esproprio per le opere accessorie alla Turbogas: elettrodotto e gasdotto.
Oltre al Sindaco Campoli e al consigliere Di Palma, hanno partecipato alla riunione i consiglieri comunali Paolo Torelli e Giuseppe Belli di Pontinia, nonchè i rappresentanti della Rete cittadina contro la Turbogas, Cima e Veca.
Dopo aver discusso della localizzazione della centrale e aver illustrato la mappa dei terreni coinvolti e delle linee dei tracciati dell’elettrodotto e gasdotto, la discussione si è spostata sulle considerazioni politiche e tecniche.
Il Consigliere Paolo Torelli ha ricordato che, oltre ad inquinare e a produrre tonnellate di polveri sottili e vapore acqueo, il progetto della turbogas prevedrà:
a) il consumo di circa 200.000 metri cubi di acqua all'anno; verranno prelevati milioni di litri d'acqua dai nostri acquedotti e dalle nostre falde acquifere aggravando ulteriormente lo stato idrogeologico del nostro territorio;
b) La turbogas procurerà danni all'agricoltura e zootecnia; le polveri fini ed ultra fini provocano una diminuzione della visibilità atmosferica e della luminosità assorbendo o riflettendo la luce solare; le polveri sospese provocano la formazione di nebbie e nuvole, favorendo il verificarsi dei fenomeni delle piogge acide; le polveri poi depositarsi sulle foglie formando così una patina opaca, che schermando la luce ostacola il processo della fotosintesi clorofilliana, quindi con gravi conseguenze per l'agricoltura per le colture tipiche locali e biologiche danneggiando economicamente il nostro territorio a vocazione agro-alimentare, non esisteranno più colture biologiche o marchi DOC, DOP, IGT, gli allevamenti di bestiame da macello o da latte causando deprezzamenti dei prodotti derivati;
c) la turbogas svaluterà il valore delle nostre case, dei nostri terreni e dei nostri prodotti tipici dell'agro pontino;
d) la corrente prodotta sarà immessa nella rete nazionale e non sarà donata alle nostre famiglie; inoltre c’è da ricordare che la Regione Lazio è in surplus di produzione energetica e quindi non si vede il perché si debba aggravare ulteriormente questa zona dalla presenza di centrali che non produrranno energia per questa Regione ma bensì per altre;
e) le leggi di compensazione ambientale, che prevedono la produzione dello stesso quantitativo di energia prodotta dalla turbogas attraverso centrali alimentate da fonti pulite e rinnovabili (es. solare ed eolico), saranno attuate in Calabria e Campania e non nel Lazio;
f) i cittadini ed i Comuni non riceveranno alcun soldo, poiché la Legge Marzano vieta i ristori economici o qualsiasi altra compensazione monetaria; né le famiglie riceveranno tagli al prezzo della bolletta;
g) non saranno creati posti lavoro; al massimo troveranno occupazione 7 o 8 ingegneri altamente specializzati.
Considerate tutte queste negatività occorre poi aggiungere una considerazione importantissima di tipo urbanistico: finora la Regione ha vietato la realizzazione di ogni stabile e di ogni opera accessoria, alle case già esistenti, nella zona dai Gricilli fino a Cotarda, denominandola “zona rossa” per motivi di cedimento strutturale, carsismo, smottamento…: come mai ora si potrebbero realizzare dei pali alti 50 metri per l’elettrodotto ed interrare tubi immensi per trasportare gas? Non sprofonderebbero?!
Un ultima cosa: come si può ipotizzare di realizzare due linee parallele di elettrodotto e gasdotto lunghe 8,5 Kilometri che taglierebbero molte aziende agricole in due parti e graverebbero di esproprio molte case rurali? Si è forse deciso di uccidere questa zona?

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