giovedì 19 aprile 2007

BIOMASSE POTENZIALE INCENERITORE!!!

La centrale a biomasse di Bando d’Argenta, nel ferrarese, è stata posta sotto sequestro il 5 dicembre 2006 dal Nucleo Operativo Ecologico di Bologna: una centrale che dà luce a 100.000 persone e identica a quella progettata da noi. Tra i proprietari vi è anche la società Gavazzi di Milano: i reati per i quali sono indagati corrispondono a falsità in registri e notificazioni, e violazione delle prescrizioni per emissioni in atmosfera. I carabinieri del Noe hanno spiegato, in una conferenza stampa a Ferrara, perchè si è arrivati ad una decisione così drastica, adottata dal gip Criscuolo su richiesta del pm Guerra. "Abbiamo la certezza di aver fatto qualcosa di utile per la gente, per tutelare la salubrità dell’ambiente in cui vive", ha commentato il comandante del Gruppo tutela ambiente del Nord Italia, colonnello Sarno, che assieme al maresciallo Sergio Amatiello, comandante del gruppo Noe di Bologna che ha seguito l’inchiesta, ha sottolineato l’importanza del sequestro, ma ha invitato a non creare allarmismo per la salute pubblica: "Il pericolo persalute pubblica non e’ stato importante, ma è ovvio che i fumi emessi sono degni di attenzione e stiamo lavorando sulla natura di queste quantità delle emissioni: noi ricordiamo non siamo un organo tecnico di controllo e occorre segnalare che non vi sono state, comunque, segnalazioni di particolare gravità per la salute". Linchiesta, anticipata nei mesi scorsi dal quotidiano ‘la nuova Ferrara’, è nata dalla denuncia di ex operai dell’azienda: "Qualcosa che non funzionava era stato segnalato in modo silente, poi i colori emessi dai fumi, un colore diverso da quelli filtrati, la ricaduta di minime particelle sul bucato, leggeri miasmi non gradevoli, hanno portato i militari del Noe a concentrarsi sulle emissioni della centrale", spiegano i due ufficiali. Così l’indagine nella prima fase ha individuato "i punti di criticita", come definiti dagli inquirenti: cio’ che non tornava era la natura delle biomasse, non solo legno vergine come era autorizzata, ma anche legni trattati e coperti di inquinanti. L’indagine si è soffermata sui parametri registrati del sistema di abbattimento fumi, con un rilascio abnorme di monossido di carbonio dai camini. Questa sostanza, hanno spiegato gli inquirenti, non si crea ad alte temperature ma con un abbassamento dei gradi, e dunque si è capito che nel momento in cui il sistema di rilevazioni fumi registrava valori fuorinorma, veniva spento l’impianto e messo in manutenzione: calava la temperatura e veniva scaricato monossido. Ma come si faceva a non far registrare i dati. Secondo le indagini si manometteva il database informatico dell’impianto in modo che su 40mila dati registrati, 30mila venivano invalidati perchè "impianto in manutenzione".
Tutto questo sempre e solo in ragione del dio denaro.....

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