martedì 3 aprile 2007

CONTRO LE DROGHE mozione in consiglio comunale



Attraverso la legge 49/2006 (c.d. legge “Fini-Giovanardi) era scomparsa la tolleranza per l'uso personale di droga; cancellata la distinzione tra droghe pesanti e leggere; introdotte sanzioni più pesanti sia amministrative (sospensione della patente, del passaporto, del permesso di soggiorno) che penali. È stata introdotta una dose massima tollerabile, da stabilire "scientificamente", attraverso d.m. del ministro della sanità, sentito il ministro della giustizia, a seconda delle sostanze consumate per stabilire il limite tra illecito amministrativo e penale. Questa legge rappresenta un mutamento dell'atteggiamento dello Stato, non nei confronti dell'abuso, ma dell'uso stesso. Tra l’altro, a chi ha ammesso che questa legge introduce uno stato di polizia contro le droghe va detto che "le sanzioni potranno essere annullate dall'avvio di un percorso di recupero, con la sospensione della pena per la condanna fino a 6 anni". Con il d.m. 11 aprile 2006 (decreto Storace) sono state elencate tutte le sostanze tossicodipendenti e psicotrope ritenute “sostanze stupefacenti”, tra cui la cannabis; per tale sostanza è stata individuata la quantità di 500 mg come limite tra l’illecito amministrativo e quello penale (non più detenzione a titolo personale ma “presunzione di spaccio”). Invece, attraverso il d.m. 15/11/2006 (decreto Livia Turco) la quantità massima di cannabis imputabile ad uso personale è stata raddoppiata, consentendo così di detenere fino a 1000 mg di sostanza stupefacente che corrispondono alla produzione di circa 40 spinelli.
Il decreto Turco è un atto legislativo devastante nella sostanza e illegittimo come norma. Contrasta anzitutto con il principio costituzionale del dovere di tutelare la salute dei cittadini. Documenti scientifici inoppugnabili dimostrano il danno alla salute dell’uso di cannabis. Il raddoppio della quantità non punibile, da mezzo a un grammo la quantità di cannabis che si può detenere per uso personale, senza incorrere nell’accusa di spaccio, è un vero e proprio attentato alla salute. La Relazione annuale sulle tossicodipendenze deve far riflettere: “nel 2005 gli italiani che hanno fatto uso di cannabis sono stati quasi 4 milioni”. Parallelamente, è raddoppiato il consumo di cocaina, ed è triplicato il numero di utilizzatori di allucinogeni e stimolanti. Un bollettino di guerra. Situazione drammatica per l’Italia. Non è un caso che le Nazioni unite, la Comunità Europea, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e qui in Italia il Consiglio Superiore della Sanità abbiano denunciato la pericolosità e i danni provocati dalla cannabis. E’ scientificamente scorretto considerarla "droga leggera" visti i suoi effetti distruttivi sulle cellule cerebrali umane. Dev’essere invece definita come droga di inizio: è dimostrato che il 95% dei suoi consumatori passa infatti all’eroina o alla coca. La Commissione europea ha chiesto ai paesi membri una risposta ragionevole ed efficace al dilagare di questo fenomeno. Il ministro Turco risponde non riducendo ma raddoppiando il tetto del consumo. Mezzo grammo corrisponde a 20 spinelli. 1 grammo 40. E’ evidente, data la quantità ammessa, che oltre ad invogliare a un maggior consumo si creano le condizioni di uno spaccio "person to person". Con il decreto Turco l’Italia si isola dall’Europa, perché contravviene a quel principio di precauzione che rappresenta un caposaldo del diritto comunitario e internazionale. Il nostro dovere politico è quello di fermare uno scempio legislativo tanto dannoso per la salute dei cittadini.
Non è soltanto una questione di grammi ma soprattutto “di messaggio”. In questo modo si da l’impressione che lo Stato abbassi la guardia nei confronti della droga. È sbagliato l’approccio ideologico che, in qualche modo, come afferma anche la Conferenza Episcopale e l’Osservatore Romano, favorisce i giovani e soprattutto i giovanissimi ad avviarsi verso la strada della droga attraverso il primo livello di approccio che è rappresentato appunto dalla cannabis. Inoltre, mettendo a confronto gli arresti per droga avvenuti dal 1° aprile al 31 ottobre 2005 con quelli dello stesso periodo del 2006, avvenuti quindi sotto il vigore della legge fini-giovanardi, questi sono scesi da 15.877 a 14.641. quindi anche sotto questo punto di vista questa legge va mantenuta e ripristinata in tutti i suoi aspetti.

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