domenica 11 maggio 2008

DOPO 21 ANNI FINI PASSA IL TESTIMONE: LA RUSSA REGGENTE. "...la gente ha capito la nostra sfida prima ancora di qualche dirigente..."


"Alleanza Nazionale ha saputo vedere giusto. Ma con serena consapevolezza dobbiamo dare atto a Berlusconi e Bossi di avere avuto lungimiranza politica e capacità di comprendere che era il momento, che quella del Pdl era l'unica possibilità di dare una alternativa ad un'Italia che voleva liberarsi non solo dai fallimenti del governo Prodi ma dall'inguaribile complesso di superiorità della sinistra sulla società italiana, che invece aveva bisogno di cose diverse". E' uno dei passaggi centrali del discorso di Gianfranco Fini all'assemblea nazionale di AN. Fini dà atto agli alleati di aver colto il giusto momento politico per dar vita al Pdl ma rivendica anche la capacità di Alleanza Nazionale di aver fatto le giuste scelte, fin dal passato con la svolta di Fiuggi e ora con il Popolo della libertà. "Adesso abbiamo certamente davanti cinque anni di una nuova legislatura - afferma Fini definendo solida la maggioranza. Oggi lo possiamo dire, ma ci sono stati momenti in cui era lecito avere timori, perché bisogna convincere e convincersi. Abbiamo sentito ironie, cattiverie, malizie. Eppure abbiamo visto giusto".

"Questa è la mia ultima relazione da presidente del partito. Lo dico con emozione non solo personale per i risultati elettorali e per quello che il partito si accinge a fare nei prossimi mesi". Con queste parole Gianfranco Fini ha aperto l'assemblea nazionale di AN dicendo grazie agli elettori che hanno consentito i recenti successi della destra, grazie alla classe dirigente del partito e "ricordando coloro che non sono presenti per vivere questa giornata, penso a Pinuccio, Marzio, Nicola, Almerigo e tanti altri". Dopo 21 anni, Fini si appresta a passare il testimone al 'reggente' La Russa che affiancato dall'ufficio politico e da un nuovo esecutivo, dovra' traghettare An nel Pdl.

"C'é un unico sassolino che mi tolgo dalle scarpe nel momento in cui passo il testimone, un'unica puntura di spillo: oggi mi voglio prendere il piccolo lusso di dire che la nostra gente ha capito la grande sfida politica del Pdl molto prima di qualche dirigente che ne ha compreso l'importanza solo dopo aver avuto la sicurezza di essere incluso nelle liste o di avere avuto posto al governo".

"Parlare della mia elezione alla presidenza della Camera è per me la parte più difficile della mia relazione, quella che mi mette più in imbarazzo perché riguarda la mia persona", ammette Gianfranco Fini quando arriva a parlare della sua elezione alla terza carica dello Stato, dopo avere elencato i successi della vittoria elettorale di aprile, della vittoria di Alemanno a Roma e della presenza della destra nella squadra di governo. "E' stato detto ed è vero che con la mia elezione alla presidenza di Montecitorio finisce il dopoguerra - afferma Fini - ma quello che è accaduto è per noi qualcosa di maggiore e di diverso. Ricoprire la terza carica dello Stato quando si è consapevoli di essere uomo di parte può far dire che è finito il dopoguerra, ma per noi è anche l'ultimo atto di una intuizione politico-culturale che è stata alla base della svolta di Fiuggi. Rileggetevi quelle pagine. Il nostro obiettivo, e lo abbiamo centrato, era di mostrare che con il consenso degli elettori saremmo riusciti a far venire meno la nostra minorità". "Per noi - dice ancora Fini - non è solo finito il dopoguerra. Abbiamo anche ricomposto una frattura, superato un fossato, non siamo più figli di un dio minore, abbiamo riportato la destra ad essere centrale".

Gianfranco Fini sprona il suo partito, prima di passare la guida di An al reggente Ignazio La Russa, affiancato dall'ufficio politico e da un nuovo esecutivo, a "non fermarsi in corso d'opera nella costruzione del Pdl". Sono convinto che le condizioni per la nascita del nuovo partito ci siano tutte - afferma Fini - c'é la volontà degli amici di Forza Italia e di Berlusconi in primo luogo". Chiedo a voi di lavorare con convinzione - prosegue Fini - perché il Pdl è il compimento della strategia di Fiuggi. Alleanza Nazionale del '94 altro non e' che il Pdl del 2008. Già da allora An era una coalizione di popolo. Quello di oggi per noi è l'ultimo atto e dobbiamo camminare perché, attraverso la nascita del Pdl, si compia l'ultimo tratto di strada e si crei un grande punto di riferimento nel Paese maggioritario e fondato sui nostri valori".

"Il compito del partito è segnato e io affido a La Russa la reggenza perché, affiancato dall'ufficio politico composto da Alemanno, Ronchi, La Morte, Matteoli e Gasparri, cioé il gruppo dirigente degli ultimi due anni, ed immeditamente affiancato da un esecutivo nominato da La Russa procedano per dar vita al Popolo della Libertà". "La mia ultima direttiva, prima di passare le consegne - ha aggiunto Fini - è che la scrittura dello statuto e delle regole e l'individuazione dei luoghi delle decisioni politiche e della classe dirigente non sia una operazione di vertice ma coinvolga la nostra gente, alla quale bisogna far capire perché si chiede un passaggio ulteriore. La nascita del Pdl non può essere una fusione a freddo, come è stato per il Pd".

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