venerdì 20 marzo 2009

ANDREA TOMASELLO TRA LA MEGLIO GIOVENTU': PUBBLICATA LA SUA STORIA SUL SITO DEL MINISTERO DELLA GIOVENTU' WWW.GIOVENTU.IT

Quella che segue è una storia di meglio gioventù, ricostruita attraverso fonti giornalistiche e un'intervista con il protagonista (di Paolo Torelli).
E’ una mattina come tutte le altre, la solita mattina nei pressi di Kabul, Afghanistan. Sono le ore 9 e un sole tiepido riscalda i cieli della capitale afgana. Andrea Tomasello, caporalmaggiore degli alpini, del secondo reggimento di stanza a Cuneo, si sta recando assieme ad altri due colleghi militari a Qal-eh-Tanan, nel distretto ad alta tensione di Mussai, nel sud del Paese. In Italia sono le 6 e 20 quando il mezzo blindato sul quale viaggiano, un Puma, viene investito dall’esplosione di un ordigno telecomandato a distanza: tutto accade in un attimo. Lo spostamento d’aria investe le gambe del soldato italiano dilaniandogli il piede destro. Anche questa volta è stato uno Ied, un ordigno improvvisato come viene chiamato in gergo, a seminare il terrore. I talebani usano disseminare le vie di comunicazione percorse dai contingenti dell’Italfor proprio di questi ordigni artigianali e subdoli; un vero incubo per i militari impegnati in missioni di pace. Nella stessa zona già nel 2006 c’è stato un attentato analogo in cui hanno perso la vita altri due alpini dello stesso reggimento che fa parte della Brigata Alpina Taurinense. Ma questa volta fortunatamente per Andrea è andata meglio: «Non è in pericolo di vita» è stata la laconica rassicurazione del comando militare italiano d’istanza presso l’ospedale da campo francese nel quale è stato prontamente trasportato con un elicottero della Marina Militare.L’operazione dura due ore, ma i medici non hanno potuto salvare il piede del giovane caporalmaggiore, che è stato necessario amputare subito dopo averlo operato. Doveva essere una missione umanitaria come tante altre per Andrea che è di stanza a Kabul con il suo reggimento da gennaio. Ormai mancavano solamente pochi giorni al loro ritorno in Italia. E come capita nelle zone di guerra è proprio in questo momento che si scatenano gli attentati. Mancavano pochi giorni anche al suo compleanno che avrebbe festeggiato a casa, in Italia, a Pontinia (LT), con sua moglie e con la sua piccola, frutto del loro amore.Andrea è nell’esercito da nove anni e ha già partecipato a tre missioni all’estero: due in Kosovo e una in Bosnia, sempre con il secondo reggimento Alpini. Quella in Afghanistan era la quarta. «Aveva la passione per la divisa fin da quando era bambino; è un professionista» racconta suo padre, Salvatore. In Afghanistan sono presenti in tutto 2350 militari italiani. Dopo due giorni Andrea è riuscito a rientrare in Italia, all’ospedale militare di Roma, il Celio. Oggi subisce continue operazioni al piede per poter ritrovare il massimo grado di funzionalità dell’arto. Andrea non è abbattuto e non vuol essere un “baby pensionato”: vuol tornare a servire ancora la Patria, in divisa, compatibilmente con il suo stato fisico.

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